(già Poussin)
Un’altra importante restituzione di un’opera d’arte trafugata dai nazisti, durante la seconda guerra mondiale.
di Stefania Sardano, Avvocato, esperto in diritto dell’arte.
E’ notizia recentemente apparsa sui diversi mezzi di stampa che un altro importante dipinto trafugato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale è stato restituito ai suoi legittimi proprietari.
Si tratta del quadro intitolato
“Loth avec ses deux filles lui servant à boire”,
per molto tempo ritenuto di Nicholas Poussin (Les Andelys 1594 – Roma 1665) ma che studi recenti lo hanno infine attribuito ad Alessandro Turchi detto l’Orbetto (Verona 1578 – Roma 1649).
Questo dipinto faceva parte dell’importante collezione del ricco mercante ebreo René Moise Bloch dalla cui casa, a Poitiers in Francia, fu sottratto nel 1944 ad opera delle truppe tedesche.
Queste ultime, come noto, attuavano scrupolosamente e sistematicamente il piano di guerra di spogliamento delle opere d’arte dai Paesi occupati attraverso il reparto speciale della Gestapo, la famigerata ERR guidata da Alfred Rosenberg, l’ideologo e plenipotenziario nazista che venne poi processato e giustiziato a Norimberga nel 1946. Si è calcolato che questo reparto sia riuscito a depredare dai paesi europei occupati dal Terzo Reich milioni di oggetti d’arte, non solo dipinti ma anche sculture, arazzi e mobili antichi provenienti dai più importanti musei o sottratti a ricchi collezionisti spesso appartenenti appunto a famiglie ebraiche.
Alla fine del conflitto la stessa famiglia Bloch denunciò il trafugamento del proprio dipinto chiedendo che l’opera venisse inserita nel
“Repartoire des bien spoliés en France durant la guerre 1939-1945”.
Si tratta di un’importante lista delle opere depredate, pubblicata nel 1947 grazie anche al prezioso lavoro di uno straordinario personaggio, Rose Valand, ricordato anche dalla cinematografia.
Mi piace aprire una parentesi nel rammentare questa coraggiosa donna che lavorava, già prima dell’occupazione tedesca, presso il Museo di Parigi Jeu de Paume, piccolo museo sito in Place de la Concorde. Nonostante l’arrivo dei tedeschi nel 1940, Rose Valand riuscì a continuare il proprio lavoro all’interno del museo ingraziandosi il comando nazista. Il Jeu de Paume divenne infatti una sorta di magazzino, centro di raccoglimento per le opere trafugate in Francia e luogo di imballaggio prima di essere destinate in Germania. Mettendo a rischio la propria vita, Rose Valand riuscì di notte a riscrivere minuziosi cataloghi delle opere che venivano, di volta in volta, sottratte dai tedeschi, riuscendo anche a carpirne i luoghi di destinazione finale. Di tali destinazioni informava gli uomini della Resistenza per intercettare i treni che si dirigevano in Germania ma il suo lavoro fu utile anche alla fine del conflitto per il recupero delle opere stesse e per la loro restituzione sia attraverso il cd. collecting point di Monaco, diretto della stessa Valand, sia attraverso la redazione appunto di “Repertori” a tutt’oggi fondamentali punti di riferimento.
A tale ultimo riguardo non posso non ricordare che l’Italia fu il primo Paese in Europea a redigere una lista delle opere trafugate grazie al lavoro scrupoloso del Ministro plenipotenziario e critico d’arte Rodolfo Siviero.
Dello stesso autore:
Ma tornando la dipinto ritrovato, per molto tempo la ricerca venne dunque indirizzata per il ritrovamento del Puossin perduto, ma solo dopo più di 70 anni si è potuto infine ritrovarlo, sebbene con una nuova e diversa identità, e dunque ripercorrerne i vari passaggi di proprietà.
Secondo quanto riportato, nel 1988 venne aggiudicato ad un’asta di Christie’s a Montecarlo, per poi essere trasferito a Parigi ed infine a Bologna. Sempre in Italia, nel 1999, apparve in mostra a Verona ma a partire da questa data venne studiato ed attribuito al pittore seicentesco Alessandro Turchi. Con questa nuova identità approda quindi all’ultimo acquirente, la Gallo Fine Art di Milano, una importante società antiquaria con una bellissima galleria a Palazzo Olivazzi Trivulzio di Milano.
Questa società che espone, tra l’atro, anche alla prestigiosa fiera antiquaria TEFAF che si tiene ogni anno a Maastricht, in occasione dell’evento 2019 ha correttamente segnalato l’opera di Alessandro Turchi all’Art Loss Register che, come la scrivente ha avuto già modo di segnalare, costituisce il più grande database esistente di opere rubate, e, non ricevendo alcuna comunicazione al riguardo, correttamente lo ha esposto in fiera.
Al TEFAF di Maastricht il quadro viene però riconosciuto come il Poussin trafugato nel 1944 ed interviene la società Mondex a richiederne la restituzione per conto della famiglia Bloch. La Mondex Corporation è infatti una società costituita nel 1993 che ha sede in Canada la quale, ispirata dai principi di Washington del 1998, si occupa del recupero e della restituzione anche dei beni sottratti illegittimamente nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
L’intervento di questa società, così come l’importante contributo dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e dei legali che hanno assistito, da una parte, la Gallo Fine Art e, dall’altra, la famiglia Bloch, hanno portato alla felice conclusione di questa vicenda con la restituzione dell’opera ai legittimi proprietari.
Di questo caso sopra descritto alcuni peculiari aspetti mi sono parsi di un certo interesse. Innanzitutto la circostanza della diversa attribuzione dell’opera avvenuta negli anni successivi al trafugamento. E’ vero infatti che, se pur raramente, è accaduto che, come per il caso in questione, alcune opere siano state con il tempo riferite dagli storici dell’arte o anche semplicemente dal mercato, erroneamente o correttamente, ad autori differenti rispetto all’originaria attribuzione.
Tale fatto certamente ha creato, e può creare, inevitabili conseguenze come, ad esempio, una diversa valutazione economica del bene al momento della stima e messa in vendita dello stesso così come un evidente ostacolo alla ricostruzione del percorso effettuato ed ai passaggi di proprietà succedutisi negli anni e, dunque, al rintracciamento dell’opera perduta.
L’esistenza oggi di importanti banche dati come quella dell’Art Loss Register di Londra così come di quella curata dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, costituisce certamente una fonte preziosissima ma, come il caso riportato ha dimostrato, occorre un attento studio ed una paziente attività di indagine da parte di professionalità specializzate come la richiamata Mondex e, per quanto riguardo l’Italia, la fondamentale attività di indagine appunto dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale.
Non meno importante e, direi, altrettanto fondamentale è poi l’opera prestata dai legali che intervengono a rappresentare gli interessi, spesso necessariamente contrapposti, dei vari soggetti che si trovano a rivendicare la proprietà del bene. In questo caso le Parti in causa erano rappresentate ed assistite dall’avv. Giuseppe Calabi per la Mondex e la famiglia Bloch, e dall’avv. Emanuele Tessari per la Gallo Fine Art.
Un altro aspetto infatti che mi ha colpito della vicenda descritta è come questa, a differenze di moltissimi altri casi, e direi la maggioranza, non sia approdata ad un lungo, difficile e dispendioso contenzioso, ma si sia chiusa pacificamente ed in tempi rapidi.
Non vi è dubbio peraltro che negli ultimi tempi, evidentemente anche nella consapevolezza della tempistica dei costi che un giudizio contenzioso comporta, si cerchi di addivenire ad una soluzione indolore per tutte le parti coinvolte in questi casi in cui ci si imbatta in un’opera trafugata nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Da tempo le principali case d’asta si sono infatti, a loro volta, attrezzate con proprie banche dati di opere “a rischio restituzione” ed hanno altresì assunto linee di condotta apprezzabili, come quella tenuta appunto dalla citata Gallo Fine Art che molto opportunamente, come rilevato, ha segnalato in via precauzionale l’opera, prima dell’esposizione, all’Art Loss Register.
Detto ciò, questa vicenda ha indubbiamente dato una bella lezione di etica professionale mostrando anche un rara ed apprezzabile attenzione e sensibilità ad un triste capitolo della storia che nel tempo, a tratti, riaffiora
Lo stesso fondatore della Mondex Corporation ha infatti così dichiarato in occasione della restituzione del dipinto di Alessandro Turchi
“The restitution of cultural property looted during the Second World War is important for moral, legal and emotional reasons. The closure that the family can enjoy is a blessing and cooperation demonstrated by the Gallery to return the painting is an important gesture, for so many reasons. The family is grateful to the Gallery, its Attorneys and to Carabinieri Police”.
L’Avvocato Stefania Sardano si occupa di diritto dell’arte ed ha una significativa esperienza nella ricerca delle opere d’arte trafugate. E’ possibile contattarla nella sezione qui sotto: Consulenza legale in materia di patrimonio.